MFormazione "il FIGLIO dell'UOMO" ARGOMENTO dalla STAMPA QUOTIDIANA
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FORMAZIONE
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Rassegna Stampa - L'Argomento di Oggi 2010-01-25Il rapporto di una commissione parlamentare invita il parlamento a legiferare La Francia verso lo stop al velo integrale "Niqab e burqa offendono i valori nazionali della République" si legge nel documento finale |
ST
DG Studio TecnicoDalessandro Giacomo 40° Anniversario - SUPPORTO ENGINEERING-ONLINE |
Internet, l'informatore, ll Giornalista, la stampa, la TV, la Radio, devono innanzi tutto informare correttamente sul Pensiero dell'Intervistato, Avvenimento, Fatto, pena la decadenza dal Diritto e Libertà di Testimoniare.. Poi si deve esprimere separatamente e distintamente il proprio personale giudizio..
Il Mio Pensiero:
AVVENIRE per l'articolo completo vai al sito internet http://www.avvenire.it2010-01-26 26 Gennaio 2010 PARIGI Francia, proposta al Parlamento: "No al velo integrale in pubblico" La Francia potrebbe arrivare a una stretta sul velo integrale in pubblico: una commissione parlamentare si è pronunciata ufficialmente per l'interdizione da uffici e servizi pubblici dell'indumento islamico che occulta il volto della donna. Il burqa, è la conclusione del rapporto, offende i valori nazionali della Francia. Si tratta degli esiti finali di un iter durato 6 mesi i cui risultati erano molto attesi oltralpe. Molti intenso è stato il dibattito nell'opinione pubblica e nuove polemiche sono attese, nonostante le statistiche dicano che in tutta la Francia siano appena 2.000 le donne che indossano un niqab (velo che lascia spazio solo agli occhi) o un burqa (il viso è interamente coperto). Il rapporto di 200 pagine ha toni prudenti e la commissione, presieduta dal deputato comunista André Gerin, ha stabilito 18 raccomandazioni di vario ordine. La proposta. La proposta faro consiste nell'adozione di una "disposizione che vieti di dissimulare il proprio viso nei servizi pubblici". Il rapporto raccomanda di "optare per uno strumento legislativo" che possa anche essere declinato "per via amministrativa". Questo dispositivo potrebbe in particolare essere applicato nei trasporti pubblici e nei dintorni delle scuole. "La conseguenza della violazione di questa regola non sarebbe di natura penale ma consisterebbe in un rifiuto di corrispondere il servizio richiesto". La commissione di studio non arriva a suggerire un "divieto generale e assoluto del velo integrale negli spazi pubblici" perché "non esiste al riguardo unanimità". Il rapporto sottolinea come una legge di questa fatta "sollevi comunque questioni giuridiche complesse", poiché comporta una "limitazione dell'esercizio di una libertà fondamentale, la liberta di opinione, nella totalità dello spazio pubblico". Di qui il rischio di una censura da parte del Consiglio costituzionale o di una condanna da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo.
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CORRIERE della SERA
per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.corriere.it2010-01-26 Il rapporto di una commissione parlamentare invita il parlamento a legiferare La Francia verso lo stop al velo integrale "Niqab e burqa offendono i valori nazionali della République" si legge nel documento finale PARIGI - La Francia si prepara a una stretta sul velo integrale in pubblico: una commissione parlamentare si è pronunciata ufficialmente per l'interdizione da uffici e servizi pubblici dell'indumento islamico che occulta il volto della donna. Il burqa, è la conclusione del rapporto, offende i valori nazionali della Francia. UN ITER LUNGO SEI MESI - Si tratta degli esiti finali di un iter durato 6 mesi i cui risultati erano molto attesi oltralpe. Molti intenso è stato il dibattito nell'opinione pubblica e nuove polemiche sono attese, nonostante le statistiche dicano che in tutta la Francia siano appena 2.000 le donne che indossano un niqab (velo che lascia spazio solo agli occhi) o un burqa (il viso è interamente coperto). Il rapporto di 200 pagine ha toni prudenti e la commissione, presieduta dal deputato comunista André Gerin, ha stabilito 18 raccomandazioni di vario ordine. TRASPORTI PUBBLICI E SCUOLE - Sul piano strettamente normativo, la proposta faro consiste nell'adozione di una "disposizione che vieti di dissimulare il proprio viso nei servizi pubblici". Il rapporto raccomanda di "optare per uno strumento legislativo" che possa anche essere declinato "per via amministrativa". Questo dispositivo potrebbe in particolare essere applicato nei trasporti pubblici e nei dintorni delle scuole. "La conseguenza della violazione di questa regola non sarebbe di natura penale ma consisterebbe in un rifiuto di corrispondere il servizio richiesto". "QUESTIONI GIURIDICHE COMPLESSE" - La commissione di studio non arriva a suggerire un "divieto generale e assoluto del velo integrale negli spazi pubblici" perché "non esiste al riguardo unanimità". Il rapporto sottolinea come una legge di questa fatta "sollevi comunque questioni giuridiche complesse", poiché comporta una "limitazione dell'esercizio di una libertà fondamentale, la liberta di opinione, nella totalità dello spazio pubblico". Di qui il rischio di una censura da parte del Consiglio costituzionale o di una condanna da parte della Corte europea dei diritti dell’uomo. TENSIONE A DRANCY - Il rapporto sul velo integrale è destinato a riaccendere polemiche in Francia. La tensione è alta e lo dimostrano i fatti di Drancy, dove Hassen Chalghoumi, l'imam della moschea che nei giorni scorsi si era schierato a favore di una legge che vieti l'uso del burqa, è stato colpito da dure minacce. Un commando di circa 80 persone ha fatto irruzione lunedì sera nella moschea guidata da Chalghoumi, pronunciando minacce contro l'imam, grande sostenitore del dialogo interreligioso (soprattutto tra ebrei e musulmani). Al momento del blitz, "nella moschea si trovavano circa 200 fedeli", ha detto all'Agenzia France Presse un consigliere della Conferenza degli imam, presieduta dallo stesso Chalghoumi, che ha richiesto l'anonimato. "Hanno forzato il passaggio e si sono impossessati dei microfoni dopo un tafferuglio. A quel punto hanno indirizzato minacce e anatemi contro l'Imam, trattandolo da miscredente e apostata e affermando: liquideremo il suo caso, a questo imam degli ebrei...". Redazione online 26 gennaio 2010 |
REPUBBLICA per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.repubblica.it2010-01-26 Le attese conclusioni della commissione parlamentare di studio Il bando solo in esercizi e uffici pubblici. La sanzione: il rifiuto del servizio Francia, verso il divieto di burqa "Offende i valori nazionali" La legge andrà probabilmente in discussione dopo le elezioni regionali di marzo Il dibattito divide i politici. Sarkozy: "Il velo integrale non è benvenuto" Francia, verso il divieto di burqa "Offende i valori nazionali" PARIGI - La Francia va verso il divieto del burqa e del niqab nei luoghi pubblici. La commissione di studio istituita dal Parlamento francese ha infatti raccomandato che il velo islamico che copre interamente il volto delle donne sia vietato in tutte le scuole, gli ospedali, i trasporti pubblici e negli uffici statali. Il burqa, è la conclusione del rapporto, offende i valori nazionali della Francia. Secondo anticipazioni di stampa, le conclusioni della commissione suggeriscono il varo di una norma che vieti il burqa e il niqab negli esercizi e servizi pubblici, ma che non estenda questo divieto a tutti gli spazi pubblici, data l'assenza di unanimità su questo aspetto. In un rapporto di 200 pagine, dai toni prudenti, che concludono sei mesi di lavori, la commissione si studio presieduta dal deputato comunista André Gerin stabilisce 18 raccomandazioni di vario ordine. Sul piano strettamente normativo, la proposta faro consiste nell'adozione di una "disposizione che vieti di dissimulare il proprio viso nei servizi pubblici". Il rapporto raccomanda di "optare per uno strumento legislativo" che possa anche essere declinato "per via amministrativa". Questo dispositivo potrebbe in particolare essere applicato nei trasporti pubblici e nei dintorni delle scuole. "La conseguenza della violazione di questa regola non sarebbe di natura penale ma consisterebbe in un rifiuto di corrispondere il servizio richiesto". La commissione di studio non arriva a suggerire un "divieto generale e assoluto del velo integrale negli spazi pubblici" perché "non esiste al riguardo unanimità". Il rapporto sottolinea come una legge di questo tipo "sollevi comunque questioni giuridiche complesse", poiché comporta una "limitazione dell'esercizio di una libertà fondamentale, la libertà di opinione, nella totalità dello spazio pubblico"; di qui il rischio di una censura da parte del consiglio costituzionale o di una condanna da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo.
"Le persone - si legge nel testo - saranno non soltanto costrette a mostrare il volto all'ingresso dei servizi pubblici ma anche durante tutto il periodo della loro permanenza". La proposta dovrebbe superare le obiezioni giuridiche ad un divieto del burqa su tutto il territorio che, secondo diversi giuristi, sarebbe in contrasto con la libertà di culto garantita dalla Costituzione. Secondo gli estensori della proposta, la natura del servizio pubblico legittima infatti "alcune regole particolari" legate alla sicurezza. In Francia è in corso un ampio dibattito sul velo integrale portato da alcune donne musulmane, dopo che in giugno il presidente Nicolas Sarkozy ha dichiarato che "il burqa non sarà mai il benvenuto sul territorio della Repubblica francese". Fra le proposte sollevate vi è stata recentemente quella del deputato Jean Francois Copè, capogruppo del partito Ump di Sarkozy all'Assemblea Nazionale, che aveva proposto di multare chi indossa il burqa con 750 euro. Rimane dunque aperta la questione della traduzione legislativa di questa raccomandazione, che potrebbe richiedere ancora del tempo. I sondaggi d'opinione in Francia indicano una maggioranza della popolazione favorevole al bando del cosiddetto burqa (si adotta il termine afgano, anche se in realtà il velo utilizzato dalle islamiche in Francia e in molti altri paesi occidentali è il niqab, ovvero la versione integrale che lascia scoperti gli occhi). La legge andrà probabilmente in discussione dopo le elezioni regionali di marzo in cui il partito conservatore del presidente Sarkozy, l'Ump, tenterà di strappare la maggioranza dei consigli (22 a 20) ai socialisti. Il tema del velo integrale attraversa trasversalmente lo spettro politico francese perché anche il partito socialista è diviso, con la maggioranza contraria al divieto ma alcuni deputati che lo appoggiano. Sono circa duemila le donne francesi che indossano il velo integrale, ma Gerin (il deputato comunista a capo della commissione parlamentare), che viene dal collegio di Lione dove è forte la presenza musulmana, avverte che la tendenza è in forte espansione e a suo parere va frenata in tempi rapidi. (26 gennaio 2010) Tutti gli articoli di Esteri
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L'UNITA' per l'articolo completo vai al sito Internet http://www.unita.it2010-01-26 Francia verso lo stop al burqa. Minacciato imam moderato La commissione di studi parlamentari incaricata di vagliare l'ipotesi di un divieto in Francia del velo integrale ha concluso i lavori con la raccomandazione di procedere con tale divieto, non in tutti i luoghi pubblici, ma solo nelle amministrazioni e nei trasporti. Le donne che per motivi religiosi indossano il burqa e il niqab in Francia sono circa 2.000, secondo dati ufficiali. Ma il dibattito, dopo quello di alcuni anni fa sul velo nelle scuole, ha forti implicazioni sulla percezione dell'islam in Francia e sullo spazio che sta conquistando nella società e nella vita quotidiana. Al termine di oltre 200 audizioni e di sei mesi di lavori, la commissione di studio suggerisce l'adozione di una risoluzione parlamentare, dal valore simbolico e non giuridicamente vincolante, che "proclami che tutta la Francia dice no al velo integrale e chiede che questa pratica sia proibita sul territorio della Repubblica". A fianco di questa dichiarazione solenne, la commissione avanza una serie di proposte volte all'adozione di "una disposizione che vieti di nascondere il volto nei servizi pubblici, compresi i trasporti". Il rapporto raccomanda di "optare per uno strumento legislativo" che possa anche essere declinato "per via amministrativa". La commissione non arriva a suggerire un "divieto generale e assoluto del velo integrale negli spazi pubblici" perché "non esiste al riguardo unanimità". Il rapporto sottolinea come una legge di questa fatta "sollevi questioni giuridiche complesse", poiché comporta una "limitazione dell'esercizio di una libertà fondamentale, la liberta di opinione, nella totalità dello spazio pubblico"; di qui il rischio di una censura da parte del Consiglio costituzionale o di una condanna da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo. Intanto non manca qualche episodio di tensione. Hassen Chalghoumi, l'imam della moschea di Drancy che nei giorni scorsi si era schierato a favore di una legge che vieti l'uso del burqa, è stato colpito da dure minacce. Un commando di circa 80 persone ha fatto irruzione ieri sera nella moschea di Drancy, nella regione parigina, pronunciando minacce contro Chalgoumi, grande sostenitore del dialogo interreligioso (soprattutto tra ebrei e musulmani), che si è recentemente pronunciato contro il divieto del burqa in Francia. "Un commando di 80 persone, con il volto coperto, ha fatto irruzione nella moschea dove si trovavano circa 200 fedeli", ha detto all'Agenzia France Presse un consigliere della Conferenza degli imam, presieduta dallo stesso Chalghoumi, che ha richiesto l'anonimato. "Hanno forzato il passaggio e si sono impossessati dei microfoni dopo un tafferuglio. A quel punto hanno indirizzato minacce e anatemi contro l'Imam, trattandolo da miscredente e apostata e affermando: liquideremo il suo caso, a questo imam degli ebrei...". Lanciata nel 2009, la conferenza degli imam è un collettivo che promuove un "dialogo interreligioso e la promozione dell'Islam aperto". Hassen Chalghoumi si è detto favorevole nei giorni scorsi a una legge per il divieto del velo in Francia, dichiarando che il velo integrale è "una prigione per le donne, uno strumento di dominazione sessista e di reclutamento islamista". Oggi, una missione parlamentare ha raccomandato alla Francia di pronunciarsi solennemente per il divieto del velo islamico integrale e ha chiesto di adottare una serie di misure per bandirlo dalle amministrazioni e dai trasporti pubblici. 26 gennaio 2010
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